Non mi sento parte di nessun mondo.
Stavo sulla riva, ma non mi bastava. Ho tentato alcuni passi lungo l’argine. Poi, nel tentare di passare dall’altra parte, ho affondato entrambi i piedi nel rigagnolo, perdendo così entrambe le sponde.
Possibile che debba sempre perdermi nel mezzo, che per tutta la vita sia destinata a non esser né carne, né pesce?
E’ che talvolta si preferisce non essere nè l’uno nè l’altro, per comodità, convenienza, ignavia.
Ma, per amor del vero, va detto che si può condurre una gratificante esistenza anche nei panni di una verdura qualsiasi.
(battutaccia?)
Un abbraccio
EBass
… “sola come un gambo di sedano”?
sai tesoro, è un destino di molti.
o dei molti.
mio, di certo – figlia a parte, tutto interrotto ‘a mezzo’; vita interrupta, la mia 🙂
Basta trovare la maionese giusta.
Battute a parte, solidarizzo.
Ti riabbraccio
EBass
Sentirmi sempre altrove, una delle costanti della mia vita. Credo che ormai sia un modo di esistere…